L'IPOCRISIA DELL'INQUIETUDINE
30/12/2008
nel'imagine: Acrilici su tela, 50 x 50 Cm.
L'IPOCRISIA DELL'INQUIETUDINE
L'inquietudine è quel malessere un po' intellettuale che pervade quando si ha tempo da spendere nella riflessione, nell'osservazione, nell'ozio. E' certo uno stato vicino alla malinconia, che spesso ha portato a creazioni artistiche indimenticabili. Si rimane stupiti però che sia il termine più usato dai leader europei e cosiddetti occidentali a commento dell'azione di guerra dello stato israeliano nella striscia di Gaza. Il nostro ruolo è in queste terribili ore smascherare questa politica ipocrita e ambigua per chiedere un impegno concreto contro il massacro in atto.
Certo Hamas non ci piace, ma ha vinto elezioni democraticamente svolte. Come non ci piace nessun opzione fondamentalista. Non ci piacciono i messianici del Likud, non ci convince nessuna forza politica che esprime un'interpretazione assoluta e monocorde di una politica confessionale. Hamas è così indifendibile che il suo ultimo attacco prima della macelleria israeliana invece di colpire "il nemico" ha colpito una casa palestinese uccidendo due bambine, ovviamente palestinesi. Invece di agire politicamente, screditando questo tipo di azioni, Barak dice che non avevano altra scelta: un paese che si dice democratico non ha altra scelta se non bombardare a tappeto una prigione a cielo aperto come Gaza? D'altro canto, l'operazione Piombo fuso, non è stata decisa "in risposta a", ma organizzata da mesi, come ha rivelato il quotidiano Haaretz. Gaza è un luogo assediato, da cui non si può nè entrare né uscire, un luogo che già di per sè sembra una punizione.
In poche ore 300 morti, non so quanti feriti e un risultato politico interno devastante. Che cosa penseranno i palestinesi "moderati" della striscia? Sarà possibile promuovere una cultura del dialogo dopo questo massacro? La domanda vera, e la risposta al quesito, dove porta la spirale della violenza di questo governo israeliano, in cui non a caso ministro della difesa è quel Barak i cui atti hanno promosso questa tragica seconda intifada, non sembra essere nell'agenda dei nostri governanti. Il cui ruolo, quando si parla di Israele, è ovviamente non periferico, ma centrale. Non ci devono essere due pesi e due misure, lo stato di diritto deve sempre prevalere per evitare di soffiare sul fuoco. Nessun altro paese potrebbe godere della stessa impunità. Le parole sono pietre, usiamole per un'Intifada che recuperi il suo retaggio non violento che non cede all'ingiustizia, ma cerca una pace giusta con metodi giusti.
Elettra Stamboulis